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Terzani. Verso la rivoluzione della coscienza. Recensione di Marco Patruno
16 Gennaio 2015
A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta a luglio del 2004, stiamo riscoprendo la straordinaria eredità che ci ha lasciato Tiziano Terzani; il suo contributo non si è limitato a descrivere le principali guerre, rivoluzioni e avvenimenti che hanno contrassegnato gli ultimi quarant’anni del continente asiatico, ma ha tracciato una possibile via di sviluppo della nostra società.
La filosofa Gloria Germani nel suo ultimo libro, Terzani. Verso la rivoluzione della coscienza, sostiene che: “Tiziano Terzani occupa un ruolo di spicco nell’elaborazione di quel paradigma culturale radicalmente diverso che va sotto il nome di Decrescita”. Radicalmente diverso da cosa? All’idea di sviluppo e di progresso come crescita e consumo infinito di risorse, o meglio, per dirlo con le parole di Latouche, uno dei “padri” del paradigma della decrescita: “[…] una società dominata da un’economia di crescita e che tende a esserne assorbita. La crescita per la crescita diventa quindi l’obiettivo primario, se non l’unico, della vita” (Aa. Vv., Oltre lo sviluppo, cit.); Come sopravvivere allo sviluppo, Bollati Boringhieri, Torino 2005).
Tiziano Terzani – seguendo come giornalista la guerra del Vietnam, la rivoluzione culturale della Cina di Mao e del dopo Mao, il liberismo economico seguito dal Giappone degli anni Ottanta e la caduta del comunismo in Unione Sovietica nei primi anni Novanta – si rese conto che tanto il socialismo quanto il capitalismo avevano fallito e mostravano evidenti segni di crisi; che socialismo e capitalismo erano accomunati dalla visione di un mondo materiale separato dalla mente e dalla coscienza, e che questo mondo può essere conquistato e sfruttato al fine di migliorare le condizioni di vita delle persone. Questa visione portò invece allo sradicamento di risorse, di culture, tradizioni millenarie e all’affermazione di dittature.
Tiziano Terzani, togliendosi progressivamente i “panni” del giornalista, comprese che i fatti raccontano soltanto una piccolissima parte della verità. La verità dei fatti è soltanto una goccia in un oceano. Noi vediamo quella goccia, ma non ci rendiamo conto che c’è tutto un oceano da esplorare, ma per fare questo viaggio dobbiamo cambiare la nostra concezione di sviluppo e la percezione della nostra presenza nel mondo.
Negli ultimi anni Tiziano Terzani, girando nelle scuole, proporrà ai giovani il digiuno contro l’attuale sistema economico. Il digiuno non inteso come astensione dal cibo, ma dal consumismo, dalle cose superficiali, per tornare a ciò che essenziale, semplice, per riuscire a sentire di nuovo le cose importanti e quello per cui vale la pena di vivere. Dobbiamo scoprire “l’esistenza delle formiche” che pur piccole e invisibili fanno parte del nostro stesso mondo e noi umani siamo imparentati con loro (cfr. a riguardo Silvia Rocchi, L’esistenza delle Formiche, un fumetto su Tiziano Terzani, Becco Giallo).
L’idea economica che solo attraverso il consumo si possa progredire e crescere è pura follia. Quindi, non solo le argomentazioni sostenute da Tiziano Terzani rientrano a pieno titolo nel paradigma della decrescita, ma, come sostiene Gloria Germani: “[Tiziano Terzani è] ad oggi il più autentico erede di Gandhi. Agli occhi del Mahatma, infatti, tanto il capitalismo quanto il comunismo erano espressioni della moderna civiltà materialistica […] che guarda al progresso materiale come alla meta ultima, ed ha perso la nozione dei veri fini del vivere”.
Il Tiziano Terzani giornalista, il Tiziano Terzani viaggiatore, il Tiziano Terzani Anam, il senza nome, ci ha lasciato in eredità un universo di suggestioni e riflessioni. Tocca a noi e alle nuove generazioni un compito importante. Conoscerle, approfondirle, svilupparle per trovare nuovi e inediti modelli di sviluppo non contemplati dall’attuale sistema economico.